Innovazione e sostenibilità, un binomio imprescindibile

Innovazione e sostenibilità, un binomio imprescindibile

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INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ

Un binomio imprescindibile

Come ha fatto IKEA a raggiungere il successo? Leggenda narra che, dopo aver osservato un dipendente dover smontare un tavolo per poterlo trasportare nell’automobile di un cliente, l’imprenditore svedese Ingvar Kamprad abbia individuato il proprio vantaggio competitivo nella vendita di mobili da assemblare e stravolto il modello di business IKEA.

Questa storia ci insegna che l’innovazione è dietro l’angolo e che a volte è sufficiente guardarci attorno per accorgerci che cambiare è necessario. Il caso IKEA ci insegna anche che le idee innovative possono nascondersi all’interno dell'azienda stessa, che possono nascere da un confronto del management, come dalla conoscenza del prodotto di un singolo dipendente. In ultimo, e non per importanza, questo aneddoto ci spiega chiaramente che non dobbiamo limitarci ad intendere l’innovazione come tecnologica, ma che rivedere un processo interno può essere altrettanto impattante per il successo aziendale.

Facciamo ora un passo indietro, è il momento della definizione: innovazione è ogni cambiamento capace di modificare parzialmente o radicalmente l’ordinamento delle cose introducendo una novità. In estrema sintesi, possiamo dire che innovare significa aderire alla realtà. Consapevoli che “In un mondo che cambia, non c’è maggior rischio che restare fermi” (Jacques Chirac), non si tratta di scegliere se innovare, ma piuttosto come farlo.

Le vie dell’innovazione sono infinite. Già nel lontano 1934 l’economista austriaco Joseph Schumpeter classificò l’innovazione in quattro categorie, inquadrando per primo il fenomeno in ambito aziendale.

La prima è l’innovazione di prodotto, che è sicuramente la più intuitiva e potrebbe sovrapporsi al termine “invenzione”: parliamo ad esempio della macchina a vapore, della televisione o degli smartphone. Passiamo all’innovazione di processo, che può essere più o meno complessa: dall’introduzione della catena di montaggio, all’assemblaggio dei panini di McDonald’s che devono essere serviti mediamente in 90 secondi rispettando standard molto chiari. Fanno parte invece dell’innovazione organizzativa le scelte di gestione del lavoro: Google, ad esempio, suddivide i dipendenti in team con obiettivi specifici e bonus legati al risultato, oltre che permettere loro di dedicare del tempo anche a progetti di interesse esterni al team. La quarta delle categorie individuate da Schumpeter è l’innovazione di marketing che può prevedere modifiche significative nel design, nel packaging, nel targeting, nella promozione, nel prezzo del prodotto, e via dicendo. Chi ha pensato per primo di vendere il miele nel dispenser a pressione - evitando il quotidiano impiastricciamento - non ha, a modo suo, innovato?

 Proprio il semplice dispenser del mieIe ci traghetta al cuore del discorso: è vero che ci evita di imbrattare il bancone della cucina, ma richiede necessariamente di essere in plastica e non in vetro, materiale questo notoriamente più sostenibile. In passato, molte delle novità introdotte in nome del progresso sono scese a compromessi con la sostenibilità. Pensiamo solamente agli esempi citati poco fa: la catena di montaggio non ha certamente impattato positivamente sul benessere delle persone che vi lavoravano, per non parlare poi dell’impatto ambientale che ha avuto la macchina a vapore. Nonostante ciò, è innegabile che siano innovazioni importantissime, senza le quali la società odierna non sarebbe come la conosciamo.

Oggi il compromesso tra innovazione e sostenibilità non solo non deve più essere contemplato, ma anzi innovazione e sostenibilità devono andare a braccetto e sostenersi vicendevolmente. Per scomodare Einstein “La misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario”. Oggi è necessario che i due concetti siano legati in modo imprescindibile.

Attenzione però a non confondere sostenibilità con ambientalismo. Nel settembre 2015 i governi dei 193 Paesi membri dell’ONU hanno sottoscritto l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs). È un programma d’azione che si sviluppa su tre direttive: le persone, il pianeta e la prosperità, e ingloba 17 obiettivi, tra cui la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame e il contrasto al cambiamento climatico, per citarne solo alcuni. Non solo ambiente quindi.

Le aziende giocano e giocheranno un ruolo centrale in questa sfida. Secondo un sondaggio dell’Università di Stanford, negli Stati Uniti oltre il 90% dei CEO afferma che la sostenibilità è fondamentale per il successo. Paul Polma, CEO di Unilever, ha dichiarato: “Ogni azienda trarrà benefici dall'operare in un mondo più equo e resiliente, se raggiungeremo gli SDG. Abbiamo l'opportunità di accedere a migliaia di miliardi di dollari attraverso nuovi mercati, investimenti e innovazione. Ma, per farlo, dobbiamo rimettere in discussione le nostre prassi attuali e affrontare la povertà, le ineguaglianze e le sfide ambientali".

Ma cosa significa per un’azienda innovare in maniera sostenibile? Come ci insegna Schumpeter, significa guardare a prodotti, processi, organizzazione interna e marketing con una visione nuova, orientata sì alla prosperità, ma anche al benessere del pianeta e delle persone interne ed esterne all’azienda.

Un esempio di innovazione di processo sostenibile è senza dubbio l’economia circolare. L’approccio circolare mira a ridurre drasticamente gli sprechi della produzione: i rifiuti e gli scarti vengono, per quanto possibile, riutilizzati e reintrodotti nel ciclo economico.

Qualche esempio concreto? La raccolta degli scarti del caffè per convertirli in energia rinnovabile tramite impianti a biogas.

O ancora, secondo le Nazioni Unite ogni anno vengono disperse 600.000 tonnellate di reti da pesca, che rappresentano il 10% dei rifiuti plastici presenti negli oceani. L’azienda Aquafil le raccoglie e le rigenera per farne moquette e rivestimenti per pavimenti. Oggi Aquafil ha 3000 dipendenti e 16 stabilimenti in tre continenti, ed è il nono produttore di Nylon al mondo.

Fortunatamente sono moltissimi gli esempi di imprese che sono state capaci di cogliere la sfida dell’innovazione sostenibile. Sarà proprio chi affronterà l’attuale necessità di cambiamento con intelligenza e creatività ad assicurarsi un posto nel mercato di domani.

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